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Channel: Commenti a: Avevo sognato di fare l’insegnante
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Di: Sergio Calzone

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Cara Chiara Abrate, sono anch’io un insegnante in pensione, dal 2012, quindi con una recente visione della situazione attuale della scuola. Anch’io, come Franca Bifani, le consiglio di cercare un altro sbocco lavorativo. Forse le classi non sono tutte come le descrive la collega, ma la scuola pubblica, oggi, è fatta soprattutto di burocrazia, burocrazia, burocrazia. Non è tanto importante conoscere la propria materia, quanto compilare moduli dove si informa (chi ci paga tutti i mesi) di come ci chiamiamo, di quale classe di concorso è la nostra, in quale scuola abbiamo la cattedra, quando siamo nati, ecc. Non è tanto importante conoscere la propria materia, quanto compilare i registri in un certo modo, piuttosto che in un altro, quanto fare riunioni, fare relazioni, fare verbali; sentirsi dire per 20-30 anni di seguito, a ogni inizio anno, che cosa dobbiamo fare da presidi magari di nuova nomina che, poi, dipendono dagli insegnanti per la gestione della scuola stessa; sentirsi rimproverare per intemperanze dei ragazzi, che si è cercato di sedare; sentirsi insultare dai genitori per voti negativi, senza la minima autocritica sul loro controllo sui figli; sentirsi schernire dagli allievi più grandi per l’esiguità degli stipendi che prendiamo; sentirsi accusare dall’opinione pubblica per l’esagerazione parassitaria degli stipendi che prendiamo. Insomma, lei è giovane: lasci perdere.


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